Dolomiti Bellunesi: il Castello di Andraz

Alla scoperta delle vie del ferro.

Una passeggiata suggestiva e al tempo stesso educativa da fare con i bimbi sia in estate che in inverno, è quella che dai piedi del Passo Falzarego ti porta al Castello di Andraz. Durante le vacanze natalizie, abbiamo approfittato del clima per nulla rigido (sembrava di essere a marzo, con ben 9-10 gradi al sole), per visitare il castello solo esternamente visto che nel periodo invernale non è mai aperto al pubblico se non in giornate eccezionali.

Dopo aver lasciato l’auto nel primo parcheggio che indica il monumento (potete vederlo se provenite da Caprile risalendo il Passo Falzarego o, all’incontrario, se arrivate da Cortina o dalla Valparola), si percorre a piedi una strada asfaltata per circa un 1 km.

Il castello ha una struttura straordinaria concepita in funzione dello sperone roccioso su cui giace e pare risalga all’anno Mille. Aveva una posizione strategica: fu il primo forno da ferro accertato nella zona circostante nel XIII secolo e successivamente il punto di controllo del transito del ferro proveniente dalle miniere di Colle St. Lucia (le miniere del Fursil) e diretto all’impianto siderurgico della Valparola. 

Era situato centralmente lungo la” Strada della Vena”, la via del ferro, un minerale che un tempo costituiva un grande fattore di potenza ed una volta lavorato nelle numerose fucine, grazie alle sue peculiarità, era adatto per la produzione di spade particolarmente resistenti che venivano commercializzate, assieme al semilavorato, ai commercianti veneziani. Armi che ancora oggi sono conservate nell’Armeria del Palazzo Ducale a Venezia.

Molti sono gli eventi e le attività in primavera, estate e in autunno che vedono coinvolte non solo le famiglie ma anche le scuole. Nel primo caso, oltre alle visite guidate, ci sono delle giornate particolari dove è possibile vedere dal vivo e in funzione lo strumento astronomico (un foro) per i calcoli sul solstizio utilizzato Nicolò Cusano (vescovo di Bressanone che si impossessò del castello tra il 1457 e il 1460). Invece per le scuole, oltre alla visita guidata, vengono proposte delle attività didattiche molto interessanti che vanno dal tempo libero nel medioevo, alla tessitura, agli arcieri, alla storia della nascita di un libro etc.

La sacralità del luogo, la bellezza del paesaggio e la straordinaria conservazione dell’ambiente naturale ne fanno uno dei simboli di maggior fascino dell’area alpina orientale: una sintesi di ciò che ha portato al riconoscimento dell’UNESCO quale “Patrimonio dell’Umanità”. 

Sicuramente, ci ritorneremo in estate perché desidero far vedere ai miei bimbi l’interno del castello ma, ci sono anche un sacco di sentieri che partono proprio da lì per raggiungere:

  • il Falzerego: sentiero n.36 e la Valparola
  • Livinallongo

Bandiere sulle montagne non ne porto: sulle cima io non lascio mai niente, se non, per brevissimo tempo, le mie orme che il vento presto cancella”

(cit. Reinhold Messner).

Se desiderate chiedermi qualcosa, lasciatemi pure un commento.

Alla prossima avventura!

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